Ara Funeraria

Il monumento in questione è l’ara funeraria in marmo bianco di Quinto Servilio Aprile e sua moglie, Servilia Ampliata. Proviene da Pozzuoli e alcuni confronti con reperti simili, ritrovati principalmente ad Ostia, permettono di datarla ad età antonina (II sec d.C.). L’altare è coronato da un pulvino centrale con cuscini laterali. Sul lato sinistro presenta un urceus, isolato al centro, ossia un contenitore monoansato utilizzato anche in cerimonie religiose. Sulla faccia principale compaiono i ritratti dei due defunti in una profonda nicchia: a sinistra il marito, che offre la mano destra alla consorte e con l’altro arto l’abbraccia all’altezza delle spalle; a destra appare la moglie rivolta verso il coniuge. I particolare delle fattezze e delle acconciature (quella dell’uomo ricorda molto quella tipica dell’iconografia dell’imperatore Antonino Pio, mentre quella della donna, morta prima del coniuge, si rifà al periodo leggermente anteriore) riportano all’epoca sopra indicata, quando modalità di rappresentazione di personaggi pubblici venivano adottate anche in ambito privato. Al di sotto della raffigurazione compare un’iscrizione, che attesta come monumento sia stato fatto allestire da Quinto Servilio per sé e per sua moglie:
D(is) M(anibus). Memoriae Serviliae Ampliatae Q(uintus) Servilius Aprilis maritus uxori rarissimae et sibi. D(is) M(anibus)