Gioielli

I gioielli esposti provengono da una tomba di età sannitica (Gabrici CLVII) della II metà-fine del IV sec. a.C. La loro fattura pregiata indica chiaramente l’appartenenza della sepoltura, del tipo cd. “a schiena” in area cumana, ad una donna di elevato status sociale. L’esibizione della propria dignità rientra in atteggiamento tipico delle genti sannitiche che, dopo la conquista di Cuma nel 421 a.C., tendevano a dimostrare di non essere una stirpe inferiore (così erano considerati dai Greci) e possedere propri caratteri identitari e chiare peculiarità artistiche, che si manifestavano grazie ad una notevole produzione in campo ceramico e orafo. I primi due pezzi in questione sono due fibulae in oro, ossia due spille utilizzate per raccogliere e mantenere le vesti tipicamente femminili, e presentano particolari decorazioni a filigrana. La conformazione dei due reperti è molto simile, in particolare nell’arco rigonfio, nella molla a balestra e nella particolare terminazione “a melograno” della staffa. Gli altri due pezzi sono due anelli d’oro. Il primo, circolare e decorato da un intreccio di fili d’oro disposti a spina di pesce terminanti in due piccoli cilindri filigranati a foglia d’alloro, è sormontato da un castone circolare suddiviso in due dischi paralleli: quello inferiore presenta una corona d’alloro, mentre quello superiore una maschera riproducente la Gorgone. Il secondo anello mostra un castone retto da due elementi cilindrici filigranati e decorato da uno scarabeo in sardonica  (varietà di pietra d’agata con alternanza di zone chiare e brune) con figura della dea Atena armata di scudo e lancia.