Cratere Attico

Questo vaso è un cratere attico “a campana” (tomba Gabrici LXXVIII), ritrovato nella necropoli settentrionale di Cuma. Si tratta di una forma ceramica normalmente utilizzata per miscelare il vino con l’acqua a causa della forte gradazione di esso. In questo caso il vaso, ritrovato in una tomba e databile ai decenni centrali del V sec. a.C, viene utilizzato quale contenitore delle ceneri di un defunto di sesso maschile, come testimoniato dal fatto che simili recipienti erano collegati all’ideologia aristocratica connessa al simposio. Il cratere presenta orlo estroflesso, corpo a profilo concavo-convesso e che si assottiglia leggermente verso il basso, grosso piede a disco. La decorazione è costituita da un ramo d’ulivo al di sotto del labbro, onde di ovuli sotto le anse fascia a meandro con metope alla base della scena centrale della fascia principale, nella quale compaiono tre personaggi: al centro il dio Dioniso, identificato da un’iscrizione che ne riporta il nome e dagli attributi che lo contraddistinguono, ossia una coppa per il vino (kàntharos) nella mano destra e un tirso (bastone sacro al dio sormontato da una pigna) nella sinistra; ai lati due satiri ( raffigurati secondo l’iconografia arcaica, ossia una chioma lunga, barba , torso nudo villoso e coda equina), di cui quello a sinistra regge una brocca (oinochòe) da cui si intravede uscire uno zampillo di vino, mentre quello a destra sorregge un otre sulla spalla. Le figure non appaiono statiche ma in movimento, come evidenziato dalla torsione del busto e dalle gambe flesse, quindi nel pieno della danza dionisiaca. La scena appare quindi tipicamente simposiale ed in collegamento evidente con il dio dell’estasi e del vino.